“PASSIAMO ALLE COSE FORMALI!”

Di | 20/07/2017
marco fassone

L’articolo di oggi inizia con la frase diventata il ritornello dell’estate per gli sportivi italiani.

Quel passiamo alle cose formali! pronunciato da Marco Fassone, amministratore delegato di una delle più rinomate società di calcio italiane, diventato spartiacque degli umori sotto l’ombrellone dei tifosi italiani.

Da una parte, i tifosi della squadra che, a colpi di cose formali, sta arruolando una serie di giocatori di primo livello per tornare a vincere. Dall’altra, i tifosi di tutte le altre squadre che sperano si tratti di un abbaglio estivo e che “i conti si fanno a maggio!” (ergo, quando arriva il momento di vedere chi è davanti in classifica).

C’è poi chi “non me ne può fregar di meno!” e anzi “…che schifo pensare a certe cifre per uno che gioca a calcio la domenica!”

Premetto subito che sono tifoso di calcio, e che questa è sempre stata una passione di famiglia. Crescendo, ho imparato a valutarne pro e contro, e la passione travolgente di qualche anno fa, si è assopita nel tempo.

Ieri sera, facendo zapping davanti la tv, mi sono però imbattuto in una delle tante trasmissioni sportive che parlano di Calciomercato. Per coloro che “cos’è il fuorigioco?!”, il periodo estivo è dedicato alla compra-vendita dei calciatori tra le varie società.

I commentatori in studio, discutevano animatamente sulle cifre folli di determinati giocatori. Si parla di svariate decine di milioni di Euro, cifre da mal di testa per qualsiasi comune mortale.

Tanto per fare un esempio, il prode Fassone ne ha spesi circa 200 nell’arco degli ultimi 2 mesi. No, non 200 mila… 200 MILIONI di Euro!!! Un valore con talmente tanti zeri, che ho preferito scriverlo in lettere anziché in cifre!

Cercavano di analizzare da dove saltassero fuori così tanti soldi! Solo un professore di economia e finanza ci avrebbe capito qualcosa…

Per questo ho preferito concentrarmi su un ragionamento più alla mia portata.

Dopo aver sparato le cifre di questo e quell’altro, quasi a voler far tirare un sospiro di sollievo a noi telespettatori, sono passati a trattare le cifre dei calciatori venduti in Inghilterra. Prezzi raddoppiati, o addirittura triplicati, rispetto a quelli dei calciatori italiani.

Per spiegarmi meglio…

In Italia, la squadra A vende alla squadra B un calciatore bravo, per 10-15 milioni di Euro…

…in Inghilterra, la squadra C vende alla squadra D un calciatore bravo, per 30-40 milioni di Euro!

 

“Come mai questa enorme differenza? Se uno è bravo in Italia, è bravo anche in Inghilterra…”

Hai perfettamente ragione! Senza entrare nei particolari del gioco del calcio, le regole sono uguali in Italia come lo sono in Inghilterra.

Ti confesso che anch’io mi sono fermato a riflettere un attimo. Poi ho considerato l’altro lato della medaglia, e mi sono dato una spiegazione a questa enorme differenza.

In Italia, anche la squadra B può vendere uno dei suoi calciatori bravi alla squadra A, e pagherà sempre circa 10-15 milioni di Euro.

Come in Inghilterra, dove il calciatore bravo della squadra D che verrà ceduto ad altro club, farà fruttare circa 30-40 milioni di Euro alla società.

“Mi pare ovvio!”

…SI, adesso che abbiamo riflettuto insieme sull’argomento!

 

Perché non è altrettanto OVVIO quando vuoi vendere la tua casa?

Cerco di spiegarmi meglio, altrimenti probabilmente “non passeremo mai alle cose formali”.

Mi scontro quotidianamente con clienti che vorrebbero vendere ma “…ho comprato il mio appartamento 10 anni fa a 130.000 €, perché dovrei rimetterci un sacco di soldi, e venderlo adesso a 75.000€?”

La risposta, per me professionista del settore, è piuttosto scontata. Il valore immobiliare di Padova e provincia, dal 2006 ad oggi, ha perso circa il 43%*. Due operazioni con la macchinetta ed il conto è presto fatto.

*puoi scaricare gratuitamente il nostro libro compilando il form che trovi qui; a pagina 7 ci sono tutti i dati aggiornati sul mercato immobiliare

 

C’è però una parte umana da valutare. I sentimenti legati ad un’operazione commerciale che assomiglia più ad un’enorme fregatura, che ad un affare.

Non sempre gli Agenti Immobiliari si mettono nei panni delle persone che si trovano davanti. Spesso e volentieri preferiscono fare 5-6 appuntamenti al giorno, limitandosi ad analizzare il prodotto che hanno da offrire questi potenziali clienti, piuttosto che scoprire le reali motivazioni che si nascondono dietro un passo così importante come il cambio-casa.

Ammetto che anch’io, fino a qualche anno fa, provenivo da questa “scuola”. Il gruppo immobiliare del quale facevo parte, spingeva fortemente i suoi uomini ad ottenere i risultati tramite la quantità lavorativa. La qualità è rimasta sempre in secondo piano. Ero premiato e pagato per quanti risultati portavo a casa. Non per come li portavo a casa, o per il grado di soddisfazione del cliente nei confronti del servizio che gli avevo offerto.

Per fortuna, il tempo e “Monselice” mi hanno aiutato. Il tempo perché, nel percorso di crescita, l’esperienza di tante porte sbattute in faccia è servita. Monselice perché è la mia città, ed il passaparola positivo è il miglior investimento pubblicitario possibile!

 

Ho messo da parte la calcolatrice.

Dovevo trovare un modo di far capire alle persone, i vantaggi che avrebbero ottenuto vendendo casa oggi!

Se mi segui da un po’, o hai già incontrato me o uno dei collaboratori formati nella mia azienda, sai perfettamente che -mai e poi mai- il primo appuntamento con te che devi vender casa, sarà incentrato sulle cose formali. Non ti darò una valutazione, non parleremo di come pubblicizzare la tua casa, non cercherò alcun accordo su incarichi o esclusive.

Il primo appuntamento sarà focalizzato esclusivamente sulle motivazioni che ti spingono a vendere casa. Ma -soprattutto- sui progetti futuri che realizzerai quando sarai riuscito davvero a fare l’affare. Capire quanto importante è per te (e la tua famiglia) fare questo grande passo, è fondamentale per farti mandar giù il rospo di doverci rimettere un sacco di soldi rispetto a 10 anni fa.

 

Ed è qui che arriva in soccorso la metafora pallonara accennata sopra…

10 anni fa hai comprato la tua casa, il tuo appartamento, in un mercato che in molti definiscono “drogato” dai mutui facili e dalla rincorsa all’acquisto ad ogni costo. Hai speso 130.000 €. Un po’ come aver acquistato un giocatore medio nel mercato inglese.

Ricorda che all’epoca, anche l’appartamento nel condominio affianco costava circa 130.000 €. Un po’ meno se aveva una cameretta più piccola, un po’ di più se aveva il garage più grande. Esistevano certe regole (ergo, valori) che determinavano i prezzi di mercato. Erano quelle per tutti. Per chi vendeva e per chi comprava. Per il Manchester United che vendeva quel calciatore al Liverpool, e per il Liverpool che vendeva un suo calciatore al Manchester United, all’Arsenal o al Chelsea.

10 anni dopo che vai a vender casa, valgono le stesse regole. In un mercato ritornato a livelli normali. Più consono al potere d’acquisto delle famiglie italiane, imperniato sui risparmi messi da parte, anziché sulle richieste di mutuo al 100% di una volta.

E’ vero, realizzi decisamente meno rispetto ad una volta.

Ma compri anche a molto meno.

  • Che tu voglia vendere la prima casa, per scambiarla con una più adatta alle esigenza di vita attuali.
  • Che tu voglia cedere quella casa ereditata chiusa da molto tempo, per comprare un appartamento al mare o in montagna e far contenta tua moglie.
  • Che tu desidera liberarti dell’appartamento affittato, acquistato in previsione dei figli che venivano grandi, per aiutarli nella realizzazione dei loro progetti (non in quelli che avevi previsto -tu per loro- anni fa!).

Il prezzo delle case, così come quello dei calciatori, lo fa il mercato interno.

Nessun acquirente arriverà mai ad offrirti cifre folli, a meno che la tua casa sia “il campione da 25-30 gol stagionali” disponibile sul mercato. Come tu non spenderai cifre folli per la nuova casa dove andrai ad abitare.

 

“Ma quello che voglio comprare costa di più!”

Probabilmente stai scambiando un “giocatore bravino” (il tuo appartamento) con un “giocatore bravo e che ha vinto qualcosa in carriera” (la bifamiliare).

E’ normale che costi di più!

Così come è normale che, se la stessa operazione la stessi facendo nel “mercato inglese” (ergo, il mercato immobiliare di 10 anni fa), avresti realizzato di più dalla vendita (un 43%* circa…), ma speso anche molto di più per l’acquisto (sempre un 43%* circa!).

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Cosa stai aspettando per PASSARE ANCHE TU ALLE COSE FORMALI?

Ti aspetto in sede da me per la “firma del contratto”!

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